La Psicologia Nel Trading
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 Published On Premiered Nov 23, 2018

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ABOUT ME:
Ciao, sono Andrea Unger, Trader professionista dal 2001 e unico a vincere per ben 4 volte il Campionato del Mondo di Trading con denaro reale.

Grazie a questi risultati sono spesso invitato come relatore in convegni in Europa, Stati Uniti, Asia e Australia.
Sono inoltre autore di diversi libri, tra cui il primo in Italiano sulla Gestione del Rischio nel Trading, tradotto anche in Cinese e Inglese.

Metto a disposizione decenni di esperienza, di prove, di vittorie e sconfitte con le quali ho ideato il METODO UNGER™: un metodo scientifico, sistematico, replicabile e universale con cui, in soli 4 anni, più di 1.000 trader sono riusciti a rendersi autonomi.

Devi sapere infatti che gli studi dimostrano che solo il 25% dei trader guadagna, ma di questi ben il 90% lo fa con il trading sistematico…

Come mai allora i formatori insegnano quasi sempre solo il trading discrezionale?

Diventare trader è più difficile di quanto tu creda, ma se hai passione, volontà e capitali sufficienti potrai apprendere come programmare e sviluppare strategie efficaci, gestire il rischio e diversificare un portfolio di trading system, così da migliorare notevolmente le tue possibilità di successo.

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#AndreaUnger #UngerAcademy #TradingSistematico

Ciao ragazzi, Ciao da Andrea Unger!

Vorrei parlare di psicologia, psicologia nel trading.

Ecco spesso si sente dire che il trading è il 10 per cento tecnica, il 90 per cento psicologia o altre affermazioni del genere che nel mio punto di vista non sono né vere né false.

Io in genere dico che ovviamente ogni componente ha la sua importanza, il suo peso, quindi dobbiamo unire idealmente una parte di tecnica, una parte di risk management, una parte di position sizing che differenzio dal risk management che è un po' più vasto su altri aspetti, il position sizing è proprio puramente il dimensionamento della posizione, una parte ovviamente di psicologia e poi una parte di altre componenti che possono essere anche l'infrastruttura, insomma tante cose.

Così come la tecnica si può suddividere in entrate, uscite, durata della posizione, tutto questo, ma la psicologia alla fine per quanto uno la possa mettere come una componente, una porzione, una percentuale magari per dirlo ingegneristicamente equipollente, ecco a mio avviso in realtà copre un aspetto diverso.

Perché prendiamo un esempio, un'analogia calcistica.

Ci sono calciatori che sono sicuramente eccezionali dal punto di vista tecnico che però quando c'è la partita importante, la finale e via dicendo, falliscono, spariscono non dando un contributo valido alla squadra o addirittura a volte fanno anche dei danni.

O sbagliano un rigore oppure insomma sbagliano dei passaggi fondamentali o fanno dei falli in caso fossero dei difensori, falli magari in condizioni critiche e via dicendo.

Eppure in alcune partite si esaltano e fanno delle cose incredibili.

Allora quel calciatore è scarso o non è scarso?

La psicologia in quel caso riesce a rovinare la capacità di produrre bel gioco, gioco utile alla squadra e nessuno può dire che quella tecnica venga a mancare, il calciatore continua ad essere bravo però ha un freno interiore a comportarsi come saprebbe fare in altre condizioni.

Lo stesso avviene nel trading!

Allora da un lato c'è la componente psicologica che è quella di essere ligi alle regole.

Quella è la parte che va equipesata con le altre, tu devi essere bravo, tu ti fai il tuo piano e rispetti il piano, perfetto.

Non è facile, però si può fare.

Se così fai allora benissimo!

Poi c'è quella parte invece che permea tutta la attività che sta sopra o comunque che regge tutta l'attività, che quando quella parte viene meno si fanno pasticci.

Non si tratta soltanto di non rispettare il piano, si tratta di mettere in dubbio il piano!

Ecco ed è molto sottile il confine fra questo.

Arrivare a mettere dubbio il piano vuol dire non fidarsi più di quello che sta succedendo, evidentemente quando le cose vanno male.

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